I SACCHI DI SABBIA
Sandokan
o la fine dell’avventura
Spettacolo
Lunedì 18 giugno
19,00
Scuola Normale, chiostra interna. Piazza dei Cavalieri, 7
Durata: 1 ora
Lingua: italiano
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Vite parallele
I Sacchi di Sabbia incontrano Concetta D’Angeli
Dettagli
Scrittura scenica Giovanni Guerrieri
con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
tecnica Federico Polacci
Costumi Luisa Pucci
Produzione: I Sacchi di Sabbia/Compagnia Lombardi–Tiezzi
in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi
Con il sostegno della Regione Toscana
Seguirà un rinfresco
A dieci anni esatti dalla vittoria del premio Ubu, la tigre di Mompracem torna a ruggire: la compagnia più divertente e intelligente di Pisa, I Sacchi di Sabbia, riporta in città il suo spettacolo più famoso e apprezzato, Sandokan. Un viaggio esilarante nella fantasia di Salgari, per grandi e bambini, nella cornice d’eccezione della Scuola Normale.
Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto…Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem.
Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso – è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?
A dieci anni esatti dalla vittoria del premio Ubu, la tigre di Mompracem torna a ruggire: la compagnia più divertente e intelligente di Pisa, I Sacchi di Sabbia, riporta in città il suo spettacolo più famoso e apprezzato, Sandokan. Un viaggio esilarante nella fantasia di Salgari, per grandi e bambini, nella cornice d’eccezione della Scuola Normale.
Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto…Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem.
Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso – è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?
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