Lo spettacolo che ha dato il via alla gara è stato proprio quello della compagnia di casa: la SNS ha aperto lunedì sera con la loro versione delle Nuvole di Aristofane, modificata nella forma ma non nella sostanza per renderla più attuale, se non futuristica. Nello spettacolo dei ragazzi della SNS infatti le Nuvole, da coro che erano nell’originale di Aristofane, diventano una sorta di Super-Intelligenza Artificiale controllata da Socrate, che a sua volta indossa un maglioncino e degli occhiali neri come Neo, il protagonista di Matrix. Ma partiamo dal raccontare la trama.

Strepsiade, povero contadino ateniese, deve far fronte ai debiti causati dalla passione del figlio per le corse dei cavalli, passione quasi evocata dal suo stesso nome, Fidippide. Per farlo, il vecchio sceglie di andare al pensatoio di Socrate e dei suoi allievi per imparare il Discorso Migliore e soprattutto quello Peggiore, che permette, come esso stesso proclamerà in seguito, di ribaltare ogni accusa. Dopo un veloce incontro con alcuni discepoli di Socrate, Strepsiade inizia a dialogare proprio con “Lui”. E qui il primo elemento che colpisce il pubblico: il modo insolito di rappresentare il filosofo, al pari di Aristotele, più famoso di sempre. Il pubblico si aspetta un Socrate vecchio e barbuto, e soprattutto calmo e riflessivo; gli si presenta invece un Socrate giovane e “figo”, spregiudicato e molto poco rispettoso di Strepsiade.

Dopo vari tentativi di farlo imparare Socrate caccia via Strepsiade dalla scuola, essendo il vecchio totalmente ignorante. Quest’ultimo decide allora di mandare al suo posto il figlio Fidippide, che si rivela – sotto il suo aspetto di ragazzo moderno annoiato e nullafacente – un abile oratore e si trova ben presto istruito dal Discorso Peggiore in persona, dopo che questi ha sconfitto in dibattito il Migliore. Grazie a Fidippide Strepsiade riesce a mandar via i creditori, ma proprio il figlio finirà per usare le arti imparate contro il suo stesso padre e per picchiarlo riuscendo, nella successiva discussione, a dimostrargli di aver avuto tutto il diritto di farlo. Strepsiade dunque non ha altra possibilità che vendicarsi dei guai che Socrate gli ha causato buttando giù il pensatoio, con lo stesso Socrate sotto.

Lo spettacolo è stato molto gradito dal pubblico, che l’ha premiato con una media del 4,5 su 5: i punti a favore sono stati determinati dalla recitazione dei ragazzi ma soprattutto dal riadattamento del testo in chiave moderna di una commedia del V secolo a.C.. Un’altra particolarità di questo spettacolo è stato l’apprezzamento del pubblico un po’ per tutti i personaggi: Strepsiade in testa, ma anche il Discorso Peggiore, Filippide e le Nuvole hanno ricevuto ciascuno almeno una preferenza. Personalmente ho trovato molto intelligente coprire con un passamontagna elastico di color bianco il volto di tutti i personaggi eccetto quello di Socrate; tale scelta sia ha ricordato le maschere usate nel teatro greco antico sia è stato un efficace espediente per mettere in secondo piano il genere degli attori chiamati a impersonare tutti personaggi maschili, eccetto le Nuvole.

Lo spettacolo, come caratteristica già del testo originale, è partito un po’ lentamente ma nel suo corpo centrale è risultato davvero ben oliato; forse da migliorare il finale, visto che la vendetta di Strepsiade è stata privata di tutte le battute della versione di Aristofane. Voto: 4/5